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PUNTA OGNINA: "IL MARE NEGLI OCCHI" |
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Giovedì 23 Luglio 2015 11:21 |
Ferme restando le nostre perplessità nei confronti di tali strutture il cui modello economico risulta antiquato e altresì superato, riteniamo che anche in questo caso siano da scongiurare insediamenti che possano alterare in modo significativo e permanente il paesaggio costiero, occludendo la vista del mare in uno degli ultimi tratti in cui è ancora possibile poterlo scorgere e ammirare. Una zona, che secondo il Piano Paesaggistico vigente risulta essere inclusa in zona rossa (livello di tutela 3 /inedificabilità assoluta) e Verde (livello di tutela 2), nella quale insistono diverse emergenze archeologiche tra cui una torre cinquecentesca denominata "Torre Ognina" e numerose fornaci greche in tutto simili a quelle del Plemmirio, circondate da una rigogliosa macchia mediterranea. Ci auguriamo che l'amministrazione Comunale e Regionale, che con la Pillirina hanno sposato la linea del rispetto e tutela delle coste e dei beni archeologico/paesaggistici, applichino lo stesso metro di misura e valutazione nei confronti di questo nuovo progetto di insediamento. Da parte nostra vigileremo in tutto e per tutto perché vengano rispettati leggi e vincoli vigenti, scongiurando la perdita di un luogo stupendo e inviolato della nostra costa, opponendoci a qualsiasi variante urbanistica in una zona tutelata dal Piano Paesaggistico, che possa permettere di frapporre delle costruzioni tra noi cittadini e il mare. Nello specifico, riteniamo che il tratto della strada provinciale 104, compreso tra lo svincolo di Ognina e via mar Tirreno (pressi pane e biscotti), rappresenti una precisa linea di confine tra la zona verde (a monte) e rossa (a valle) del vigente piano paesaggistico. Spostarla, vorrebbe dire eliminare tale confine andando a modificare non solo la viabilità, ma le ragioni stesse del piano che non a caso ha previsto per quell'area il massimo valore paesaggistico. Il paesaggio per definizione, è la particolare fisionomia di un territorio determinata dalle sue caratteristiche fisiche, antropiche, biologiche ed etniche; ed è imprescindibile dall'osservatore e dal modo in cui viene percepito e vissuto. In virtù di tale definizione pensiamo che scindere l'osservatore dal suo paesaggio, pensando di spostare la strada, ovvero il reale punto di osservazione del paesaggio circostante, a monte di un eventuale insediamento turistico, sarebbe come frapporre l'ennesimo muro tra noi e il nostro mare. Lo staff di SOS SIRACUSA Ulteriori foto su |
Ultimo aggiornamento Giovedì 23 Luglio 2015 11:37 |